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Quando si parla di cavalli, spesso si sente nominare la parola “dominare”; e molto spesso, purtroppo, si assiste a scene in cui i cavalli vengono effettivamente dominati dagli uomini. Cosa anche peggiore è, che c’è chi si avvicina al cavallo per soddisfare il proprio bisogno di dominanza; e sembra che gli “istruttori” e i “domatori” che impongono la forza riscuotano in larga misura consenso e stima. Il cavallo viene considerato come “quello” che è pronto in qualsiasi momento a prendere in giro “l’umano” e quindi, come tale va trattato. L’uomo deve sottometterlo, deve imporre la propria volontà a discapito dei suoi pensieri, cosicchè l’equino non si permetta mai più un simil affronto! Non dimentichiamo che il cavallo fin dall’antichità ha servito l’uomo: dal lavoro nei campi alla guerra e come mezzo di trasporto… e ancora oggi, in modi diversi continua a farlo. Il cavallo non nasce con cattiva volontà: quando non esegue è perchè non comprende le nostre richieste, oppure manifesta qualche malessere fisico, o semplicemente la domanda è superiore al livello di fiducia e rispetto che ha verso di noi in quel momento. Tra gli uomini c’è chi ha bisogno di imporsi, chi camuffa la propria paura, c’è chi usa attrezzi vari per controllare fisicamente il cavallo perchè gli è stato insegnato in questo modo; c’è chi fa uso di certi “trucchi” per far eseguire gli “esercizi” ai cavalli, ed ancora c’è chi segue questa strada semplicemente perchè non ne conosce altre! Vero è che al giorno d’oggi ci si avvicina ai cavalli per i più svariati motivi, per vari tipi di disagi personali, raramente purtroppo per vera passione per questi stupendi animali. Eppure io credo che loro ci possano dare molto, ma molto di più che momenti di adrenalina pura, di ostentazione di successo verso gli altri, di passatempo, di mezzi per fare agonismo… Ci possono insegnare ad essere persone migliori! Impariamo a conoscerli davvero e ce ne renderemo conto. Riescono a far emergere in noi tutte le emozioni: dalla frustrazione alla gioia, dalla rabbia al relax, dalla paura all’appagamento, dall’insicurezza all’azione. Guardiamo queste cose, siamo onesti con noi stessi e potremo lavorare su di noi “con” loro, senza bisogno di dominarli.Ogni cavallo si fa un’ idea di noi da come ci avviciniamo, da come ci presentiamo, da come teniamo la lunghina per condurlo, da come lo tocchiamo. E’ d’altronde la stessa cosa tra due persone: una semplice stretta di mano ci da una sensazione rispetto all’individuo che abbiamo davanti. I cavalli sono animali sensibili e amano essere trattati con “feel”, certo pesano anche cinque quintali e più, e molti di loro hanno passato esperienze con gli uomini che li hanno resi prepotenti e materiali, ma se ci preoccuperemo di conoscere il loro mondo, le loro esigenze, le loro regole sociali, se impareremo insomma ad “ascoltarli” di più, capiremo meglio quello che provano ed il perchè di certi loro atteggiamenti; e quando sapremo “leggerli” come loro “leggono” noi, impareremo a dialogare con loro in sicurezza senza bisogno di dominarli! Non è questo un viaggio breve e facile, ma in un mondo pieno di violenza, di dominio, di materialismo e pressapochismo, avere l’opportunità di coltivare il nostro “feel” a contatto co una massa vitale tanto grande non è poi così male! Guardate i cavalli negli occhi, non spegnete il loro sguardo, non togliete loro la fierezza! Non è importante quello che fate, ma come lo fate. Più “feel” e conoscenze avrete e meno dovrete dominare. A voi la scelta! Questo è ciò che sento e che incessantemente cerco di insegnare ai miei allievi.